domenica 24 febbraio 2008

Free Hugs – Abbracci gratis

Ieri ne hanno parlato i quotidiani e i telegiornali: gruppi di giovani s’aggirano per le città offrendosi d’abbracciare calorosamente i passanti al solo fine di regalare un contatto. Prima c’era il sia pur rivoluzionario segno della pace, alla domenica, adesso siamo alla stretta affettuosa tra sconosciuti. L’iniziativa sembra raccogliere consensi e diffondersi per le città del mondo. E le autorità come reagiscono al fenomeno? A Sidney, la polizia blocca il promotore dell’idea perché privo dell’assicurazione di responsabilità civile, necessaria per l’attività, salvo lasciare il campo dopo una petizione di 10.000 firme non prima, ovviamente, d’essere stata abbracciata. A Shangai l’organizzatore cinese dell’iniziativa viene trattenuto dalla forza pubblica perché l’attività raduna gente: a maggior ragione per un regime l’abbraccio gratuito, in quanto evento imprevisto, pone in allarme perché attenta all’ordine costituito. Questo fenomeno, di per sé innocuo ma al contempo fuori da ogni regola codificata, pone in risalto due inadeguatezze: quella delle società urbanizzate che codificano tutto ma blindate ai sentimenti; e quella delle istituzioni tutte concentrate a preservare il sistema ma goffe sino alla comicità involontaria quando cercano di regolare comportamenti attinenti alla sfera delle emozioni. Sennonché gli uomini, vivaddio, sono esseri capaci di sentimenti e che esprimono emozioni. Leo Buscaglia incoraggiava la libera espressione della sfera affettiva: “Io penso che l’individuo ricco d’amore debba ritornare alla spontaneità… bisogna toccarci, stringerci, sorriderci, pensare l’uno all’altro, e curarci gli uni degli altri: siamo liberi di fare tutto ciò… Gli abbracci fanno bene, sono piacevoli; e se non ci credete, provate… Nelle vostre relazioni, mostrate ciò che sentite. Se avete voglia di piangere, piangete! Quando avete voglia di ridere, ridete! … Credo veramente che moltissimi abbiano paura della vita. Non so perché. Abbiamo paura d’essere ciò che siamo! Abbiamo sentimenti meravigliosi e folli e non li ascoltiamo. Vedete una donna molto attraente e pensate: “Le dirò che è veramente bella”. E poi pensate: “Oh, non posso farlo”. E lei vivrà per tutta la vita senza sapere che è bella! È una vergogna, perché se non viviamo pienamente, impediamo ad altri di vivere pienamente” (Vivere, amare, capirsi, pp.41-42,164,166). Così vengano pure gli abbracciatori. Se loro sono eccentrici è solo perché siamo centrati male noi. Siamo noi i repressi, che facciamo tutto per un secondo fine e niente gratis. Gesù, il nostro modello, non fu un represso. Non ricordiamo quando pianse davanti alla tomba di Lazzaro o pensando al destino di Gerusalemme? O quando prendeva i bimbi sulle ginocchia, o lasciava che il discepolo Giovanni si assopisse sul suo petto?

Lascia un commento

(Pubblicato su Toscanaoggi Forum il 15 novembre 2006)