domenica 24 febbraio 2008

Le lacrime di Serena

Nel suo libro “Io, vescovo esorcista” mons. Andrea Gemma narra un episodio singolare capitatogli mentre esorcizzava Serena, una bambina minuta e dolcissima che si sospettava essere posseduta. Nel corso del rito finalmente il demone si manifestò con un pianto irrefrenabile e convulso. Era la prima volta, confessò mons. Gemma, che vedeva piangere il demonio: egli che ama fare lo spavaldo, atteggiarsi a vittorioso. Sì, stavolta piangeva a dirotto, “servendosi degli occhi bellissimi di Serena e irrorando le sue gote smunte di lacrime cocenti”.
– Perché piangi? – chiese stupito il prelato.
– Perché a voi sì e a noi no? – rispose il demone con voce rotta dai singhiozzi.
– Cosa vuoi dire? – lo rincalzò il presule esorcista.
– Perché a voi uomini è stato concesso di poter pentirvi e salvarvi e a noi no…! – chiarì, alla fine, l’ospite di Serena.
Sempre nel medesimo libro si riporta un altro dialogo tra l’esorcista e un demone:
– È vero che eravate angeli bellissimi?.
– Certo!.
– E perché vi siete ridotti così male?.
– Perché siamo stati stupidi ad andare dietro al capo…
E già, il capo. Cioè Lucifero. La stella del mattino. Il cherubino più potente, molto amato dalle creature del cielo, che esercitava un influsso trascinante. Ma tanto omaggio lo rese orgoglioso e superbo. Così entrò in competizione con il Figlio di Dio e trovò umiliante sentirsi escluso dal supremo consiglio riservato alle tre Persone divine. Da qui la sua ribellione. Ritenendo insufficiente la dignità di primo tra gli esseri creati, e non riuscendo a farsi cooptare nel consiglio divino, egli scelse l’assoluta autonomia e divenne Satana. Da qui inizia il suo percorso di peccato, suggerisce S. Anselmo d’Aosta. Irretire gli angeli non fu difficile per questa creatura estremamente intelligente e seduttiva. D’altra parte la ribellione era un fatto nuovo e non v’era esperienza delle sue conseguenze. Per amore della libertà delle sue creature Dio non avrebbe mai imposto le sue ragioni, poteva solo raccomandarle: altro vantaggio iniziale di Satana, oltre a quello di poter mentire e irretire con l’inganno. Il danno apparve incalcolabile. Quando il ribelle fu allontanato dal cielo, “anche i suoi angeli furono gettati giù” (Ap 12, 9). In numero smisurato: la terza parte (vers. 4) di miriadi di miriadi (5, 11), cioè a miliardi. Ed ora che il piano di Dio ha svelato l’inganno di Satana, gli angeli ribelli hanno ben chiaro quanto hanno perso. Le lacrime di “Serena” non dovrebbero stupirci. Certo, non sono lacrime di ravvedimento. Anzi, la visione comune presumerebbe che mai abbiano avuto la possibilità di pentirsi della loro scelta sciagurata, per via della lucida intelligenza che renderebbe irreversibili le loro scelte. Ma queste sono speculazioni. È più logico pensare che, all’inizio della ribellione, fosse loro stata data la possibilità di tornare sui propri passi. Per cui immagino la sollecitudine degli angeli rimasti fedeli che fanno opera di convincimento tra i dubbiosi, ma anche tra chi sul momento s’è lasciato irretire. E grazie a questo lavoro, molti dei dissidenti, pentiti, cercano la riconciliazione con Dio e con suo Figlio. Chissà, magari il mio o il tuo angelo custode è uno di questi pentiti che ringraziano Dio per la sua misericordia e si trovano a contrastare l’azione malvagia dei colleghi rimasti ostinati sull’adesione alle lusinghe del “capo”. Così ostinati che dal giorno della “battaglia in cielo” non c’è davvero più speranza per un loro ravvedimento. Le rivelazioni dei demoni, per definizione bugiardi, sono sempre da prendersi con le pinze; però le lacrime di “Serena” sono credibili o, quanto meno, offrono spunto alla riflessione. Pensiamo a questa falange irreggimentata di cattivi, fortemente gerarchizzata, ove anziché l’amore domina la paura. Pensiamo ai ricatti e all’oppressione che subisce la truppa di quest’esercito di esseri solo malvagi, pur coesa in una sciagurata impresa comune. Mons. Gemma riferisce che spesso, durante gli esorcismi, quando ordinava nel nome di Cristo allo spirito possessore di allontanarsi, esso veniva a trovarsi letteralmente tra due fuochi e gridava terrorizzato: “Mandatemi via, mandatemi via!”. E ad un nuovo comando, affermava di non potersi allontanare per un ordine ricevuto dai capi della gerarchia satanica. Sì, quanto stupidi sono stati ad andare dietro al capo! Quanto diverso sarebbe stato il loro destino se si fossero fidati del loro Creatore! In fondo avverto un moto di pietà per questi poveri esseri malvagi. Dio li ama ancora, nonostante il loro odio per lui e per l’umanità. Perché, non dimentichiamolo, Egli disprezza il peccato mai il peccatore.

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(Pubblicato su Toscanaoggi Forum il 2 dicembre 2006)