domenica 24 febbraio 2008

I tre rischi dell’occulto

Si stima che in Italia gli operatori dell’occulto siano oltre 150 mila. È come se in una città grande quanto Rieti tutti i suoi abitanti, compresi i bebè nelle culle e i vecchi nelle case di riposo, esercitassero l’attività. Come si spiega tutta questa offerta di prestazioni esoteriche? Semplicemente con la dimensione della domanda. Secondo un dato prudente, quello fornito dall’Eurispes, sono dieci milioni gli italiani che ogni anno si rivolgono a maghi, imbonitori, astrologi e occultisti. Si pensi che il giro d’affari delle attività che spaziano dalle sedute in studio, ai redazionali tv, ai call center, all’editoria, si aggira attorno ai 5 miliardi di euro. Gli operatori più intraprendenti riescono ad accumulare fortune valutabili in decine di milioni di euro. La seconda domanda che segue è allora: perché c’è tanta gente disposta a sborsare fior di quattrini in prestazioni così poco confortate dalla ragione sul suolo della scettica Europa? La risposta ci sconcerta soprattutto se teniamo conto della tipologia d’utenza. Accanto a tanti contadini, operai e casalinghe troviamo professionisti, industriali e uomini politici che a rigor di logica riterremmo più provveduti. Tra i professionisti, i medici occupano un posto di tutto riguardo tra i clienti dei suddetti operatori. Parliamo cioè di persone con un approccio positivista nei confronti della realtà, che spesso e volentieri identificano la religione con la superstizione. Come spiegare questa incongruenza? Chesterton affermava con ironia: “Il problema di quando gli uomini smettono di credere in Dio, non è che non credono più in nulla, ma che iniziano a credere a tutto!”. In estrema sintesi: quando cala la fede aumenta la superstizione, a dispetto del progresso tecnico e della cultura che ben spesso si dimostrano ininfluenti. Dirò di più: tra coloro che cercano aiuto negli operatori dell’occulto molti sono, in apparenza, normalissimi cristiani che vanno in chiesa, che subito dopo entrano nello studio del mago, e che non trovano questo comportamento incoerente. Forse perché così fan tutti, così hanno fatto i loro genitori e i loro avi, fin da prima che nelle nostre terre giungesse la religione della Bibbia. La stessa Bibbia che mette in guardia: “Non vi rivolgete ai negromanti né agli indovini” (Lv 19, 31). “Nessuno tra di voi… pratichi la divinazione o cerchi di indovinare il futuro, nessuno eserciti la magia, né faccia incantesimi, o consulti spiriti e indovini; nessuno cerchi di interrogare i morti. Chiunque fa queste cose è considerato dal Signore una vergogna” (Dt 18, 10-12). Perché questo divieto così perentorio? Cosa implica realmente frequentare maghi e affini? Potremmo indicare almeno tre rischi in ordine crescente di pericolosità. Il primo è soprattutto d’ordine economico, come ci ricordano le cronache di questi giorni. La maggior parte degli operatori dell’occulto è costituita da imbroglioni, che spesso sanno vendere bene il loro prodotto e il cui unico scopo è quello di estorcere quattrini ai malcapitati clienti talvolta fino a ridurli sul lastrico. Rischio non di poco conto ma che da solo non giustifica la severità dell’ammonimento di Deuteronomio. Il rischio seguente è quello di perdere la fede. A monte c’è già una forte carenza di fiducia che viene evidenziata in Isaia 8, 19: “Se vi si dice: «Consultate i medium e i maghi, che sussurrano e bisbigliano», rispondete: «Non deve un popolo consultare il suo Dio? Deve forse rivolgersi ai morti per conto dei vivi?»”. A molti non piace consultare il loro Dio perché Egli risponde nei tempi che ritiene opportuni e spesso i suoi doni, sebbene sempre migliori, non coincidono con le loro richieste. Eccoli allora percorrere scorciatoie che promettono il “qui e subito” e che di fatto svuotano la religione d’ogni significato. Il terzo rischio, se non più importante, è per certi versi il più pericoloso. Per avere un saggio di tale pericolosità basta informarsi sul gran daffare che i clienti di maghi e consimili figuri danno ai preti esorcisti. Sebbene la maggior parte degli occultisti siano solo dei truffatori, alcuni di essi sono realmente in contatto con il mondo occulto delle tenebre e nel momento stesso che ci si rivolge a loro si apre la strada alle azioni straordinarie del maligno che, per così dire, acquisisce il diritto d’infestare le abitazioni, di vessare e persino di possedere questi incauti avventori che divengono prede su cui egli accampa diritti di proprietà. Essi finiscono perciò in balia d’un potere soprannaturale che ne trasforma la vita in un incubo e pone loro ogni ostacolo possibile per sottrarli all’unica Potenza in grado di liberarli. Degli angeli ribelli parleremo, ma per ora concludiamo con l’ammonimento di don Gabriele Amorth, il prete esorcista più famoso d’Italia: “Se ti rivolgi ad un mago, oltre ad avere dei danni, sei anche un imbecille perché regali fior di milioni per ottenere del male”.

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(Pubblicato su Toscanaoggi Forum il 19 novembre 2006)